Fissiamo dei punti, altrimenti si rischia di essere dispersivi e minestronari.
Possiamo intanto chiedere aiuto alle prime battute dei "Movimenti Di Un Visionario" (Tangerine Dream), o rispoleverare il soul-punk di Peter Kember, con acidità edulcorata a ruota libera. Ci sono pure sfrangiamenti alla "Interstellar Overdrive" disciolti nello spaesamento dei This Heat.
Sono riferimenti di un certo peso, mi rendo conto, e Marco Bernacchia (già col progetto M.A.Z.C.A.) di musica sembra conoscerne veramente tanta e saper cogliere il sapido che gli interessa nel particolare. In questo caso aggiunge un ingrediente segreto, quel tocco di blues acustico e minimale, che nell'economia sperimentale ci sta alla grande, umanizzando e riscaldando i suoi pezzi, rispetto ad un noise che spesso risulta distaccato.
Non è per tutti, e per fortuna la libertà d'espressione nel nostro piccolo ancora ha un senso.
Ma se nel film "Fahrenheit 451", avessero bruciato dischi invece che libri, “Blue Revenge” avrebbe partecipato al rogo, in quanto droga, e non solo cibo, per la mente.
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La recensione Blue Revenge di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-03-28 00:00:00
COMMENTI (5)
Marco e la sua musica tutta la vita!
:)
un signore.
Grande!!![:
non ci sono più i cani di una volta
(Messaggio editato da enver il 28/03/2008 21:01:35)
a me l'hanno spedito a casa...
:[
fino a questo momento è uno dei primissimi dischi italiani del 2008. certo sì, "costa 14 euro al grammo" :]