Twin Boogers S/T 2008 - Rock, Indie

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Immaginatevi in una situazione melanconica. Non so, guardare un tramonto in riva al mare. Per me, è trovarmi imbottigliata nel traffico, ad esempio. In ogni modo siete in questo stato di trance, poi il tizio incolonnato dietro di voi inizia a strombazzare e interrompe quel momento facendovi innervosire.

Tutto questo è “Cleopatra”, il primo pezzo dell’album e miglior traccia presente. Per i primi venticinque secondi, infatti, si crea un’atmosfera molto intima, poi la voce del cantante-comunicatore, o meglio del narratore, irrompe in modo irritante. Tutta questa situazione si ripete con intenzioni diverse anche nel secondo brano. L’ultima traccia invece è strumentale ma i difetti della batteria distolgono l’attenzione da quelli che sono i propositi del pezzo.

I Twin Boogers, probabilmente per i loro appena due anni di vita, hanno dato alla luce un demo con parecchie lacune: se la voce fosse abbassata di mezzo tono probabilmente si avrebbe quella complementarità tra voce e musica che hanno gli Offlaga Disco Pax e i Massimo Volume (sicuramente tra le maggiori influenze della band). I testi sono deboli e manca lo spessore per rendere il progetto credibile. Hanno comunque buone idee e quindi ci sono margini sufficienti per un miglioramento, attendiamo.

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La recensione S/T di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-04-10 00:00:00

COMMENTI (1)

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  • unoqualunque 16 anni fa Rispondi

    Gent.ma Sig.ra Folino Gallo,
    osservo la sua superficialità nel giudicare un demo, che come DEMO deve essere giudicato, dove, probabilmente Lei non si incontra con i contenuti e le costruzioni tecniche dei 3 brani.
    Nel terzo brano, che non si chiama "terzo brano" ma "Andrea davanti al mare",la batteria risulta nella sua semplicità indiscutibilmente conforme alla ritmica del brano, tranne nei fill che non mi sembra abbiano difetti nè di metrica nè di armonia e in un ritardo di UN OTTAVO volutamente introdotto nella parte B del brano, dovendo dare l'idea di un'onda che si infrange sugli scogli con effetto "ritardo" sullo scroscio dell'acqua.
    Definire un strumento "DIFETTO" pretendendo di fare il critico musicale una ben precisa scelta metrica lo trovo, oltre che poco rispettoso nei confronti di chi vive di quanto suona, una grave mancanza di esperienza nel Suo lavoro nonchè la evidente incapacità di contare fino a quattro (1-2-3-4), come i bambini, che si insegna, di solito, alla prima lezione di solfeggio.
    A mio giudizio, anche nei confronti della voce che Lei disprezza tanto, anzichè esprimere valori assoluti che non la qualificano, avrebbe potuto semplicemente scriver eun "a me non piace".