Molte tracce di questo “Sharing ghost” sembrano partorite dall’allucinata mente di un qualche gruppo di scafati rockers australiani (o inglesi, o americani…): è, quindi, piuttosto sorprendente che gli autori siano invece dei virgulti italiani alle prese con il loro disco d’esordio.
Episodi come “Charles Bonnet Sindrome”, “Where you aren’t there” e “New song” sono, infatti, chiari manifesti di un forte atteggiamento cosmopolita e di una ragguardevole maturità compositiva.
Doti innate, dunque, che permettono ai Deny di rappresentare una sapiente sintesi di stili (rock, punk, noise, spunti elettronici, psichedelia…) e di allestire sonorità ibride, molto raffinate e coinvolgenti.
Ad onor del vero, alla lunga qualche passaggio trascende in brevi parentesi ripetitive e noiose (causate anche dalla significativa durata del disco): ma sono dei piccoli “peccati di gioventù” che non scalfiscono il valore di questo “Sharing ghost” …e che, in futuro, i Deny riusciranno facilmente ad espiare.
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La recensione Sharing Ghosts di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-05-13 00:00:00
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