Con questo nuovo lavoro l’ottimo gruppo di origini venete, non solo conferma quanto di buono aveva fatto vedere/sentire con il primo demo (“Lingua morta” del 1997 NdZà), ma va oltre, mostrando grande classe, idee chiare e una buona padronanza nel loro modo di proporre musica.
Fin dai primi ascolti di questo nuovo prodotto saltano subito alle orecchie 2 elementi che caratterizzano macroscopicamente questo cd: la (solita) grande voce di Mauro Vanzella e l’introduzione (e questa è una novità rispetto al loro primo lavoro) di un violino elettrico suonato con grande padronanza da Filippo Rollando, ultimo acquisto della band.
E’ forse proprio questa nuova presenza, che imperversa in tutte 3 le tracce del demo, a impreziosire il suono soprattutto in termini di atmosfera, incastrandosi alla perfezione con gli altri strumenti della band per un risultato globale decisamente “notevole”. Se rispetto al primo lavoro si perde, forse, qualcosa in termini di potenza o energia, si guadagna molto in fluidità, eleganza e classe.
Ottimi i testi, (che portano la firma di Vanzella e di Arnoldo, sue le liriche, infatti, del terzo brano dal titolo “Nel velluto”), mai banali, a tratti onirici e di oscura interpretazione (e forse proprio in questo sta il loro fascino).
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La recensione Dell'Aria di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-09-17 00:00:00
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