L'originalita' dei digipack e' ormai diventato un marchio per riconoscere una produzione della Wallace Rec.
Non e' la prima volta che ho a che fare con i deliri provenienti da questa etichetta, ma e' sempre difficile non rimanere spiazzati, soprattutto quando la proposta ci porta al cospetto di una formazione come i Madrigali Magri.
Dopo aver lasciato un segno con Lische, questo ermetico trio e' pronto a rituffarsi nelle proprie inquietanti strutture rumorose per aggredire la melodia dalle fondamenta e destrutturarla in tanti frammenti da spargere lontano.
L'album sembra registrato in presa diretta in un momento di esplosiva intimita' con gli strumenti, che riescono a domare la confusione, generando atmosfere lontanissime e rarefatte ma incredibilmente taglienti.
Seppur ognuno nel suo mondo, e senza sonorita' da condividere, sembra esserci un sottile filo che unisce il concepimento di questo Negarville con My Sister = My Clock dei Deus, per quella ricerca di un flusso continuo di emozioni che si sciolgono col passare dei minuti, diventando sempre piu' fluide e incisive.
Gli undici atti dei Madrigali suonano come la registrazione di una rappresentazione teatrale d'avanguardia, con momenti di ermetismo, colpi di scena e lunghi silenzi espressivi.
E' come se tentassero di sciogliere delle immagini per riversarle nelle note.
Non e' facile trovare punti di riferimento, ma la base portante di questa impalcatura puo' essere ricercata in talune espressioni del jazz e del blues d'autore, riviste attraverso un filtro che ripulisce ogni brandello superfluo per puntare dritto al nucleo di ogni strumento.
Capita cosi' di ascoltare un battito prolungato e appena pizzicato da un basso, oppure trovare una chitarra timida e indecisa che si impone improvvisamente, mentre una voce lontana si riempie di sospiri fino a scoppiare ed emergere soffusa sul rumore.
Una forma musicale spogliata. Esile. Sbilenca. Lenta. Deviata.
Occorre guardarsi dentro per riuscire a entrare in sintonia con le sensazioni che i Madrigali Magri tentano di comunicare in questo lavoro assolutamente estremo, eppure non del tutto inaccessibile. Ma non posso e non voglio consigliarvelo!
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La recensione Negarville di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-09-25 00:00:00
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