Ci sono volte in cui ascoltare e recensire un disco regala notevoli emozioni. E’ cosi’ piacevole scoprire i dettagli di un prodotto nuovo, e sue sfumature; percepire in un ascolto vena creativa e passione per la musica.
Purtroppo non e’ questo quello che traspare da questo lavoro. Cominciamo dal principio: le difficolta’ di farlo suonare! Gia’, perche’ inserito il cd (senza neanche un titolo a pennarello, ma con una “misteriosa” scritta: 23. Che sia il numero della ”preziosa” copia in edizione limitata?) nel lettore, viene categoricamente rifiutato.
Penso ad un banale capriccio del mio stereo di fronte ad una copia mal riuscita ed invece esterrefatto mi accorgo che il cd raccoglie le tracce in formato WAVE e quindi allibito lo destino al mio pc.
Chi ben comincia…
Le poche note biografiche le scovo all’interno della copertina e scopro trattarsi di un lavoro fatto alla buona, tanto per sfruttare l’acquisto di un masterizzatore ed il possesso di un quattro tracce. Per nulla influenzato dall’aspetto grezzo e casereccio della forma mi aspetto che la sostanza sia almeno creativa e che l’impegno lesinato nel curare la diffusione della propria opera (o almeno nel renderla presentabile) sia stato destinato al contenuto. Ahime’ le mie speranze si infrangono al primo ascolto (seguito da altri vani tentativi di cercare dei lati positivi): un’accozzaglia di pezzi strumentali di solo piano si intrecciano in maniera molto eterogenea a pezzi cantati (o persino recitati come in ”Palaia non e’ la mia citta’” dove un monologo in rima baciata mi permette di ”assaporare” la sua vena poetica) da una voce non proprio “cristallina”. In sostanza, senza scendere nel dettaglio di arrangiamenti scontati e contenuti inesistenti, credo di poter evitare di conservare questo disco tra i miei preferiti e lasciarlo invece ammuffire tra i prodotti di poco valore.
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La recensione Quasi Millecinque di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-10-03 00:00:00
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