Sporchi e intelligenti. Lucidi nei concetti quanto torbidi nei movimenti. Un occhio vitreo pietrificato dalla follia. Un occhio impaziente a sezionare la realtà e farla a pezzi piccoli piccoli. E poi darle fuoco. Sono gli Ovada, da Pescara. Con il loro punk tossico ben memore dell’anno domini 1977 offrono, come dicono nelle note stampa, “la nostra sincerità, la nostra voglia di suonare ancora”. Duri e puri. Dal 1994. Un applauso e tutta la concentrazione che si meritano. Che per quanto ostici possano sembrare a un primo approccio, intrigano. Questo è certo. Fosse anche x tanta “oscurità” di fondo. Come suonare in una cantina a luci spente le canzoni dell’uomonero…
Il pezzo iniziale contro la tipica famiglia modello cattolica, o meglio, contro il modello di famiglia imperante (quella perbenista e ipocrita, cattolica) è spettacolare, degno dei primi CCCP “famiglia cattolica, pensa a se, soltanto a se!”. Lo stesso vale per la successiva Rissa: “Ho solo un dubbio che mi assale il cuore. Il dubbio di essermi mentito, di essermi detto solo menzogne. Menzogne ipocrite roba da fogne”… E così via. Ci mettono davanti 5 pezzi, gli Ovada. Non chiedono nulla, non pretendono nulla. Suonano e basta. Senza alcun compromesso. In piena consapevolezza. Bene, molto bene. Il coraggio va sempre premiato.
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La recensione rissa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-10-07 00:00:00
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