Elettroacustica evocativa e bucolica, contornata dal canto di primaverili volatili. C'è un alto tasso naturalistico in queste composizioni veicolate da un'improvvisazione sanguinea e delirante ma catalizzata a finalità psichedeliche. Le aperture melodiche sognanti di retaggio Sigur ros sbucano nel quinto brano, subito fornite di sfumature dark, infarcite di urla belluine e divagazioni tribaleggianti. Non mancano derive industrial/noise che danno varietà alla proposta e rendono merito ancor di più ad un album di musica sperimentale fatto con onestà d'intenti e dimostrate capacità.
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La recensione Bin Bum Argh di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-09-11 00:00:00
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