Dopo uno sguardo ai titoli ed un ascolto all'intro, mi aspettavo dai Ranj un disco etnico, raga indiani, ambient, un mélange sonoro del genere, più o meno fedele alle fonti. Ma mai mi sarei atteso le chitarre aggressive di "Immanifesto".
Ed invece ecco progressioni scure, calme, a tratti desertiche, che si declinano secondo tradizioni indiane ad assecondare la voce femminile di Eli, cadenzata a recitare vuoi in italiano vuoi in lingua indiana. L'effetto è certamente particolare e ricorda a tratti certe commistioni come il progressive orientaleggiante dei Paranoise di "ISHQ". La seconda parte del disco invece si allontana sia dall'italiano sia dalle asperità elettriche, per raccogliersi sempre più nell'alveo della tradizione. Ed è forse questa più spiccata tendenza filologica, sorretta peraltro da studi accademici del tutto particolari, che si mette di traverso tra i Ranj e l'ascoltatore occasionale, che magari avrebbe accolto con piacere più elementi stoner nei punti più caldi ed un'ulteriore elaborazione progressiva in quelli più rilassati.
Che noi si sia degli inguaribili occidentali, provinciali oramai traviati da etichette vacue come etnico e da proposte e prodotti che usano l'oriente solo come spezia? Può darsi, ma per questa volta l'ortodossia non paga. "Ranj 2009" è particolare, ben realizzato e trascinante in alcuni suoi momenti ("Jogava"), ma si ghettizza in maniera forse troppo estrema, indirizzandosi più a chi è affascinato dalla musica indiana che ad un pubblico generalista.
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La recensione Ranj_2009 01 di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-09-08 00:00:00
COMMENTI (1)
Namasté =)