Gli OJM, provenienti dalla provincia di Treviso, sono uno dei gruppi più interessanti del nostro Paese per quel che riguarda lo stoner-rock.
Sebbene di recente formazione (maggio 1996) il gruppo è riuscito subito a farsi notare, tanto da essere chiamato ad aprire i concerti di bands già affermate come Marlene Kuntz, Bluvertigo, Ritmo Tribale e One Dimensional Man.
Partendo dalla lezione dei padri dello stoner (Kyuss, Fu Manchu) gli OJM hanno creato un loro stile personale che abbina un rock pesante e grezzo a sonorità psichedeliche supportando il tutto da testi in inglese. Questo lavoro segue di due anni il precedente (il mini CD omonimo) e, sebbene sia composto di soli 4 pezzi, riesce a dare bene l'idea delle grandi potenzialità del gruppo. Sin dal primo ascolto rimarrete favorevolmente impressionati per come si sviluppa il cd, che parte in maniera molto tirata e, canzone dopo canzone, arriva a terminare nella psichedelia pura con il finale dell' ultima traccia.
Il primo brano, "I' m damn", è un po' la presentazione del gruppo: sezione ritmica pesante e precisa, chitarre a tutto volume e una voce che graffia e affascina. Con il secondo pezzo, "Sweet girl ", é proprio la voce di David a colpire: a tratti ricorda quella di Robert Plant, un'artista che gli OJM avranno ascoltato parecchio. Il terzo brano, "Let me go", si conclude con un finale davvero infuocato, quasi una jam session ad alto voltaggio. Ma il mio pezzo preferito è "Way of pain", posto in chiusura: una cavalcata verso la psichedelia che conclude un ottimo disco.
Ci troviamo di fronte quindi ad una band che non è adatta solo agli amanti dello stoner ma a tutti quelli a cui piace il rock nell'accezione pura del termine: energia, ritmo e voglia di creare e dare emozioni.
A mio avviso gli OJM sono pronti per tentare un'avventura anche fuori dai confini italiani in quanto facilitati dal cantato in inglese ma, cosa fondamentale, perché sono davvero bravi!
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La recensione Extended playing di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-10-19 00:00:00
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