Con l'esordio dei marchigiani Esdem si vola alto, sospesi in mezzo ad una nebbia liquida, azzurrina. Definiamolo elettropop minimale, di derivazione d'avanguardia alla Blonde Redhead piuttosto che un'affezione più hi-fi sul filone Radiohead o Mogwai. Una decina di litanie rarefatte, ipnotiche, voci soffiate, passate al reverbero, sopra un tappeto di synth e arpeggi di pianoforte. La struttura canzone non esiste, e questo rende "You Can't Talk About Indie-Rock" un album valutabile solo nel suo complesso, un discorso insolubile, che si riavvolge su se stesso e si dispiega in forme simili ma non identiche ad ogni nuova traccia. Come osservare una di quelle lampade a stelo, coi grossi globuli liquidi, luminescenti, che si disfano e si riformano all'infinito. Può incantare, cullare con le sue atmosfere dilatate e alleggerite da ciò che non serve, o scocciare irrimediabilmente dopo tre minuti. Mi sorprendono, gli Esdem: la scarica di "She Fills My Air" arriva, impetuosa, al trentesimo minuto. Diecimila watt insospettati. A spazzare via tutto quello che ho appena scritto.
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La recensione You can't talk about indie-rock di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-07-16 00:00:00
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