Lavoro ben fatto il nuovo disco di questo solido quintetto milanese. Band dedita alla creazione di un credibile e raffinato rock d'autore contaminato da rapide fiammate di blues malato e dissonante. Pezzo forte sono le storie raccontate da Pierfrancesco Adduce, testi in italiano che si amalgamo perfettamente con la costruzione dei pezzi. In apertura "L'indiano", è una vicenda che parla di un antieroe romantico, una scura attitudine alla Nick Cave che torna anche nella torbida e selvaggia "Stupore". "Rubacuori" invece è un'intensa ballata che parte lenta ed ammaliante ma che sa spingere sull'acceleratore quando è il momento giusto di farlo. Durante l'ascolto torna anche qualcosa della lezione del Mauro Ermanno Giovanardi più nero, quello dei Carnival Of Fools, e anche della sofisticata e tetra ricerca musicale di Cesare Basile. "Famiglie" narra con violenza e senza compromessi oscure tribolazioni da vita domestica di tutti i giorni. In "la fuga" si trova anche la collaborazione di Amaury Cambuzat degli Ulan Bator, anche se poi il loro suono è più facilmente accostabile a quello dei primi Enfance Rouge o de Il Gran Teatro Amaro (dell'altro Cambuzat d'Italia, Francois-Regis).
Un album che ormai vede la band in una raggiunta piena maturità, muoversi e attraversare con facilità i contorni del buon rock italiano. Il materiale su cui insistere c'è, ora è il momento di cercare e trovare il passo successivo.
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La recensione Rosa Dalla Faccia Scura di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2008-11-11 00:00:00
COMMENTI (2)
Bene, ci fa piacere.
ci si vede allora!
Ciao
Bella Guignol, sono contento della bella recensione
Ci si vede Venerdì in Locomotiva ad Osnago