Thefinger Everyday was summer 2000 - Cantautoriale, Lo-Fi, Pop

Primascelta! Everyday was summer precedente precedente

Ma chi cazzo è questo Thefinger? Ma soprattutto: quale dito vuol mostrarci per presentare il suo lavoro? Forse più che a noi il suo dito medio dovrebbe mostrarlo ai discografici, se casomai un giorno nessuno dei soggetti appartenenti a questa categoria lo dovesse mettere sotto contratto. Vi sembrerò esagerato, ma questo “Everyday was summer” contiene 10 pezzi che ti spiazzano, ti lasciano intontito per il semplice fatto di essere tanto semplici quanto belli. Infatti, il nostro Franco Di Terlizi aka Thefinger è il classico artista che non t’aspetti mai possa sbucare da Casale Monferrato (AL) e proporti un disco del genere.

Non so… mettete che i Grandaddy facciano una jam-session con Walkabouts, gli ultimi Mercury Rev e i Mazzy Star meno acidi, senza dimenticare gli italianissimi Yuppie Flu e altri cento gruppi dell’area folk/lo-fi che molti categorizzano sotto la ‘scuola della lentezza’. Fatta questa (non tanto improbabile) addizione, vi avvicinerete di certo alla soluzione che prende il nome di Thefinger, qui alle prese con i seguenti strumenti: batteria elettronica, chitarre acustiche ed elettriche, basso, tastiere, percussioni, sitar, banjo, feedback e voci. In pratica un ‘one-man band’ di origini italiane capace di realizzare un disco che in realtà è, come lui stesso scrive nella nota stampa, “una raccolta di 10 canzoni, forse songs suona meglio, suonate, cantate, scritte e registrate proprio dal sottoscritto in una stanza di 3 metri per tre soffocata da svariati strumenti musicali dalla comune caratteristica di costare poco”. Continua, più avanti, sostenendo che queste, comunque, sono “canzoni fatte di chitarre non certo acculturate tecnicamente, bassi e batterie - anche se qua e là spunta un sitar o un banjo giocattolo, che puzzano un po’ di America forse anche stantia e che viaggiano piano piano, come quei ronfoni station wagon che si superano senza neanche degnarli di uno sguardo, d’estate in autostrada”.

Cosa aggiungere a queste esaurienti parole appena riportate? Forse che “Everyday was summer” è uno di quei dischi in cui la miscela di vecchio e nuovo sembra rendere al meglio, dove però il ‘già sentito’ viene rivitalizzato e reso splendidamente. Ciò a confermare la personale tesi che per ottenere della grande musica, oggi come sempre, servono innanzitutto delle grandi idee a qualsiasi latitudine; certo, se la stanza è di 30x30 metri anziché 3x3 le ‘grandi idee’ potrebbero diventare geniali, ma forse è anche vero che solo in situazioni di difficoltà si possa dar vita a lavori superlativi. E per questo siamo contenti che Thefinger sia la dimostrazione vivente di ciò scritto finora; non esitate, perciò, ad avvicinarvi…

---
La recensione Everyday was summer di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2000-12-09 00:00:00

COMMENTI

Aggiungi un commento Cita l'autore avvisami se ci sono nuovi messaggi in questa discussione Invia