Ministri Tempi Bui 2009 - Rock

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Lasciare un segno. Ogni canzone dovrebbe aspirare a ciò. Mettendo in gioco il talento musicale, certo, ma anche la lucidità per guardarsi intorno e andare fino in fondo, descrivendo verità generazionali che travalicano le note. Li aspettavamo, i Ministri. Perché figli di quella parte di coscienza contemporanea stanca di promesse sul domani. I Ministri scendono dal treno in corsa verso il futuro e si mettono a sviscerare il presente. "Tempi Bui" è un concept album sui giorni nostri. Non c'è un altrove musicale, nè sguardi in orizzontale verso mondi immaginari. Si punta dritto all'oggi per vivisezionarlo in verticale, con la rabbia di chi non ce la fa più ad inventare scuse e poesie per sopravvivere, ma vuole risposte concrete prima di ripartire. Li guida una sorta di pessimismo costruttivo, lucido e reattivo. E si prendono la responsabilità di dire le cose. Di fare nomi e riferimenti schietti. Canzoni rock in italiano come negli anni novanta, ma senza revival. Un passo in avanti rispetto a quel piccolo ed incosciente gioiello che era "I soldi sono finiti". Un disco che scorre come un corpo unico, affrontando le tematiche del lavoro, della comunicazione sociale, della sopravvivenza quotidiana e della ricostruzione di un senso culturale ed economico. Rock duro e grezzo, alternativo come si faceva a Milano quindici anni fa. Molto semplice, essenziale. Con le chitarre ad alto volume, un ritmo tiratissimo ed un canto a tutta voce. Scomposti, violenti, diretti. Senza ghirigori intellettuali. Dritti al cuore della faccenda, con una voglia di interagire con le nostre radici culturali svelata negli sketches etnici e dialettali tra un brano e l'altro, che da apparenti corpi estranei si dimostrano legante concettuale di tutto il disco. I Ministri si servono di strutture tradizionali, spesso fatte di banale strofa e ritornello, ma le vestono di dirompente profondità emotiva, con un'intensità strumentale in cui riverberano reminescenze quasi grunge e sottilissimi impulsi wave punk. Nessuna sperimentazione, ma un alto livello di scrittura cantautoriale che veste sfoghi ed invettive. E lo sfondo politico, quando c'è, non è schierato, ma molto furbo. Il disco scorre di frenesia in frenesia, e pur con qualche tentativo di arrangiamento più complesso, sono chitarra-basso-batteria a far da padroni. Dal manifesto iniziale del singolo "Tempi bui", alla violenza accusatoria di "Bevo". Dalla rabbiosa rivendicazione sociale di "Diritto al tetto", all'allegoria distruttiva di "La casa brucia". C'è spazio anche per l'ironia pop di "La faccia di Briatore" e per la soffice melodia della "Ballata del lavoro interinale". E poi quel capolavoro de "Il bel canto", che parte sottovoce ed esplode in un crescendo che prende allo stomaco: pezzo magnifico. Certo, qualcosa ogni tanto perde bellezza, ma il progetto ha identità e guarda il nemico dritto negli occhi. Forse ancora un po' ermetici per parlare alle grandi folle, i Ministri hanno comunque l'occasione di conquistare uno spazio importante ed iniziare un percorso che potrebbe portarli a diventare uno dei cardini del rock italiano nei prossimi anni. Non è chiaro se sia questo il disco della svolta, la strada è lunga, ma la partenza è lanciata. E se davvero il futuro è una trappola come dicono loro, forse queste canzoni possono suggerire un modo per caderci con consapevolezza.

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La recensione Tempi Bui di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2009-01-08 00:00:00

COMMENTI (38)

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  • hoorayurethra 14 anni fa Rispondi

    Il songwriting dei ministri è penoso, frasi troppo lunge e italianicamente incastrate alla meno peggio. La voce è orribilmente mal utilizzata. Sarebbe anche interessante, di per se, ma non sa usarla.

    Tuttavia, si riscattano nei live.

    Arrivano a piacere anche alle orecchie di un pubblico che li detesta. Hanno buone capacità di intrattenere il pubblico, e giocano bene di echos e delay, arrivando anche alla psichedelia.

    Ma non passano, dal mio punto di vista, se non per quanto riguarda il palco.

  • ictus 14 anni fa Rispondi

    dal vivo non li ho mai visti ma da quello che ho visto sul net (in particolare prima dell'inclusione del session-man) mi sembra facciano molto cacare...

    ad ogni modo io non giudico assolutamente una band dal vivo, dato che mi interessa molto di più il songwriting...

    e a me il songwriting dei Ministri piace un casino...

  • vanabass 14 anni fa Rispondi

    Sono (come sempre...) d'accordo con Ictus sul fatto che la produzione di "Tempi bui" sia un attimo meno genuina e più patinata di "I soldi sono finiti", in ogni caso, per me, vale la regola che un gruppo è dal vivo che deve piacermi, il palco è la prova infallibile e necessaria e per me i Ministri l'hanno superata.
    Ok, non saranno profeti o il gruppo che cambierà il nostro modo di ascoltare la musica, ma non fanno così schifo da meritare tutto questo astio. Io lo userei per altra musica molto molto più deleteria.

  • ictus 14 anni fa Rispondi

    invece per un gruppo di base Hardcore, se sei avvezzo al genere, spaccano, anche se devo dire che la produzione di "Tempi Bui" mi lascia molto perplesso...

    ma con "I Soldi Sono Finiti" hanno fanno un ottimo lavoro...

  • damarama 14 anni fa Rispondi

    Concordo con quello che dite sia tu che vana, però qualitativamente non mi soddisfano.
    Li trovo troppo piatti, senza dinamiche.

    Cmq sono l'ennesima conferma del fatto che SOLO grazie a un anno di passaggi televisivi su All music e Mtv, passaggi radiofonici (Virgin e Radio pop per citarne due a caso...) e rassegne stampa infinite sono riusciti a farsi un pubblico reale in tutta Italia.

    E ciò è cosa rara e buona, visto che veicolano un messaggio antitetico a la maggiorparte dei gruppi pop in circolazione.

  • hoorayurethra 14 anni fa Rispondi

    Sono perfettamente d'accordo con Vanabass, anche a me è capitato di vedere i ministri Live, e, seppur continuassero a non piacermi del tutto, hanno "rimpolpato" il sound con una chiusura del concerto veramente psichedelica, ricchissima dal punto di vista del coinvolgimento (tecnico ed emotivo :) )
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    Tornando al bisticcio con DamaRama, io non ho assolutamente nulla contro la sua posizione, da musicista ho incarnato le sue stesse idee per anni, è solo che, basando la musica sul puro aspetto pratico, a lungo andare l' Ascoltare diventa come il lavoro.
    "timbrare il cartellino", ascolto per vedere se "è fatto bene o no".

    Mi disgusta questa cosa, viviamo in un paese di merda, senza un' Idea (platonicamente parlando) di musica, e senza stimoli in alcun senso, e trovo che il Suono, la Musica riescano a dare almeno l' illusione di un qualcosa per cui vale la pena provare sentimento.

    E' questione di Obiettivo, io so dove voglio arrivare, e un certo tipo di musica puo indirizzare la mia mente lì, dove ho prefissato il mio traguardo, che la suddetta musica sia "sapientemente studiata" o un semplice Flash d'improvvisazione di un' altra mente che, per qualche ora di composizione, ha avuto il mio stesso obiettivo.

    So di nonessere stato chiaro, ma credo di aver definito la mia linea di pensiero. Abbandono le armi:)









    (Messaggio editato da hoorayurethra il 22/04/2010 23:52:33)



    (Messaggio editato da hoorayurethra il 22/04/2010 23:54:47)

  • vanabass 14 anni fa Rispondi

    Il problema è che questi due punti di vista sono opposti, invece dovrebbero essere complementari. La musica non è solo emozione ma neanche solo tecnica. E'tutte e due le cose. In alcuni casi l'ago della bilancia pende da una parte piuttosto che dall'altra, ma c'è da considerare anche che il dato EMOZIONALE è estremamente oggettivo. Ciò che emoziona me potrebbe non emozionare te e viceversa. Quello tecnico un po'meno, anche se anche qui c'è una dose di oggettività a seconda del genere di cui ci si occupa -un batterista punk, per quanto bravo, potrebbe far schifo ad uno prog e viceversa- (siccome conosco il trend di questo forum, vorrei sottolineare che ho preso prog e punk come due generi a casaccio, avrei potuto pure dire rock e funky, il concetto non cambia).
    Dunque ritornando al discorso di prima, e applicandolo ai Ministri, a parte che non serve accapigliarsi e bestemmiarsi a vicenda perchè abbiamo gusti diversi, tanto nessuno è detentore della verità assoluta, dico i miei due centesimi, per quel che vale.
    I Ministri su disco non mi dicevano niente. Niente di niente. Meno di niente. Poi li ho visti dal vivo e mi si è accesa una lampadina. Sono bravi in quello che fanno. Hanno un bel suono compatto, i testi non sono male, sanno stare sul palco e alla fine mi hanno coinvolta molto, tanto che ho riascoltato dopo il live il disco e mi è parso migliore.

    Andateci cauti comunque con le parole, va bene l'ironia, ma gli insulti veri e propri non vanno bene, l'educazione prima di tutto.

  • damarama 14 anni fa Rispondi

    Questo è quello che dicono tutti i musicisti mancati.

    "Musica è emozione, non lavoro"...se non nessuno ci guadagnasse dei soldi dalla musica (che dovrebbe essere il lavoro del musicista), il futuro della musica sarà in mano ai soli boghesi.

    Fanculo.


  • hoorayurethra 14 anni fa Rispondi

    damarama, l' unico che non ci capisce di musica sei tu.
    A me i ministri fan cacare, e non poco, ma peggio ancora sei tu, con le tue supposizioni da buon musicofilo. Buona musica NON E' ottima esecuzione.

    Musica è emozione, non lavoro.

    Tu e la musica non c'entrate nulla.

  • damarama 14 anni fa Rispondi

    0. Questo non è un album rock, è pop.
    1. Un gruppo militante non si lega a una major come hanno fatto loro
    2. In un intervista dicono: "Noi come gruppo rock non siamo male, se dobbiamo fare bam bam bam ci riusciamo bene, se ci proponi una dinamica lenta facciamo cagare". Non sapete suonare e basta. Il cantante ha un timbro affascinante ma non sa cantare. Gli altri due a suonare fanno ridere i polli: il batterista non ha dinamiche, il chitarrista sembra avere le mani ingessate. La cosa drammatica è che il pubblico italiano non se ne accorge. Ma quante persone in questo paese, almeno minimamente, masticano un po' di teoria musicale?
    Temo pochissime