Kheyre Yusuf Abukar Issak in arte "Walamaghe" è un cantautore attivo nel panorama Modenese da molto tempo.
Di madre italiana e padre somalo vive l’infanzia a San Cesario sul Panaro, un piccolo paese tra Modena e Bologna, nella decade tra il 1982 e il 1992 quando ancora l’Italia non era multietnica come oggi.
Alla ricerca di un identità incontra la musica intorno agli 11 anni
e, con la tipica fame che contraddistingue la provincia, comincia a farsi notare come musicista e autore di canzoni.
Suona il piano e canta. Le prime “cassette” le incide tra i 12 e i 13 anni e diventa chiaro da subito che la musica non é solo un hobby passeggero ma una vera e propria vocazione che lo accompagnerà per molto tempo.
Tra la scuola media e le superiori scopre il grunge, il rock e la musica delle band da garage. Si forma sul significato di suonare con gli altri dimostrando una fortissima indole alla direzione musicale.
In questo periodo fa le prime esperienze in studi professionali e realizza qualche album ancora acerbo. La vera svolta arriva quando assiste ad un concerto di Vinicio Capossela: viene folgorato dalla bellezza dei testi, dall’intensità delle canzoni, dalla preparazione dei musicisti e dallo spettacolo sul palcoscenico. Abbandona, dunque, il rock e sceglie la strada del cantautorato intorno ai 20 anni.
Comincia a studiare jazz, un genere che identifica come la tela perfetta per dipingere le proprie storie. Frequenta diversi corsi e seminari come quello di Siena Jazz e nel frattempo mette in piedi una formazione, “Kheyre i musicanti di Brema”, con una fortissima connotazione Caposseliana. Con questa band incide 2 album (“concerto di rane” e “c’era e non cera”) e si rivela quella che é senza dubbio una delle sue doti principali, quella di essere un “animale da palcoscenico”.
Da qui in poi i concerti si spostano sempre più fuori dalle cerchie ristrette della provincia fino ad arrivare ad Arezzo Wave e ottenere le prime proposte da etichette discografiche.
Vince il premio Samigo Live del M.E.I. ma la voglia di sperimentare lo porta presto ad abbandonare i musicanti di Brema per tentare altre strade ed altre sonorità.
Cambia diverse formazioni nel corso degli anni ed entra in contatto con professionisti sempre più di frequente: da Luca Rossi degli Ustmamò con cui registra ed arrangia alcuni brani a Little Paul Venturi, con cui condivide la passione per il blues delle origini, mantenendo costante la ricerca di un sound personale che non lo vincoli ai confini di un genere così come il più importante fra i suoi maestri virtuali, Beck Hansen in arte BECK.
Nel 2009 il nome di Kheyre arriva alle orecchie di Stefano “Cisco” Bellotti, ex cantante dei Modena City Ramblers, che lo vuole come pianista per il suo tour. Questa é la prima vera esperienza professionale e gli da modo di toccare con mano quelle realtà che fino a quel momento aveva solo immaginato. Il tour di Cisco copre in effetti tutta l’Italia, la Sardegna toccando anche la Germania e l’Ungheria. Ne esce addirittura un doppio album Cisco dal Vivo volume 1 & 2.
Ma anche durante il tour, Kheyre, non smette di dedicarsi ai suoi brani originali e nel 2010 abbandona la band di Cisco per fondare i Rashomon con Matteo Fiorini alla batteria e Simone Galassi alla chitarra.
Il sound é sporco, grezzo. Una sorta di blues simile a quello dei primi Black Keys con una voce e delle liriche in stile Teatro degli Orrori. La band ottiene risultati incredibili in pochissimo tempo, vince il Premio Daoilo, Rock Targato Italia e arriva semifinalista a Musicultura 2011. Realizza un primo album dal titolo “andrà tutto bene” sotto etichetta Lo Scafandro. Accompagnato dalla promozione dell’ufficio stampa Lunatik, “andrà tutto bene”, ottiene ottime recensioni dalle più importanti testate giornalistiche del settore come Rockerilla, Blow-Up, Rumore e l’Internazionale.
Al momento é in cantiere il secondo lavoro di studio dei Rashomon.
Sempre durante il 2011 Kheyre inizia a gettare le basi per quello che in seguito diventerà “Walamaghe”. Torna alla canzone d’autore e lo fa collaborando con l’amica cantautrice Grazia Cinquetti.
Insieme mettono in piedi uno spettacolo di teatro/musica che fonde i rispettivi progetti: “La città nell’anima”.
Qui riallaccia i contatti con una precedente conoscenza, Beniamino “Benji” Picchi, noto bassista del panorama reggiano (mosche di velluto grigio, Cecco, Grazia Cinquetti etc) al tempo già collaboratore dei Rashomon e insieme danno vita a Walamaghe.
Il nome viene ripreso da quello di un avo di Kheyre.
Nella tradizione Somala di fatto non esistono cognomi, il nome del padre diventa il cognome del figlio ed ogni nome si somma al precedente formando una catena piuttosto lunga. Nel caso specifico di questa famiglia l’ultimo nome conosciuto é appunto Walamaghe.
Tra il 2014 e il 2015 sono state prodotte 14 tracce, il risultato di un lavoro quasi esclusivamente “home made” che ha visto Kheyre diventare produttore a tutti i livelli del proprio materiale.
Un progetto che sposa le sonorità elettroniche contemporanee con la tradizione del cantautorato più classico.
Un gruppo quello di Walamaghe che, anche in termini di componenti, può vantare una certa eterogeneità. Riccardo Bufalini, alla batteria, viene da una lunga esperienza nella scena jazz emiliana. Caterina Venturelli, alla seconda voce, é una cantante soul che ha militato in diverse big band e si é spesa spesso anche come cantautrice.
Il primo lavoro di Walamaghe sarà un EP dal titolo “come i pesci” e verrà promosso dall’ufficio stampa Sfera Cubica.
Inoltre nel 2015 Kheyre ha realizzato un album Hip Hop intitolato “Da Crulez” come obbiettivo finale di un laboratorio Rap che ha coinvolto ragazzi tra i 16 e i 18 anni alla loro primissima esperienza musicale e che Kheyre ha tenuto presso la Cooperativa Sociale Aliante per cui tuttora lavora come educatore.
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L'articolo Biografia Walamaghe di Walamaghe è apparso su Rockit.it il 2015-05-14 11:32:41