Nick Cave che canta al posto di Bregovic con la Wedding&Funeral Band a lezione dalle orchestre di liscio della bassa padana. Oh yes: folk- dark psichedelico. E se la definizione vi sembra da alcolizzato cronico allora dovreste sentire i Serif's suonare. Già. Chiudete gli occhi. Trovatevi in un locale fumoso di Praga o forse più a est, Romania, Bulgaria addirittura Turchia, etc… o perche nò in qualche bettola slovena (visto che l'autore delle musiche dei Serif's, il chitarrista Erman viene proprio da lì). Mettetevi in testa che non siete finiti in un improbabile remix de "L'albero degli zoccoli" rifatto in una settimana di alcolici deliri da Tim Burton e Kustorica insieme alla cabina di regia. Mettetevi in testa che l'orchestra scapestrata che sta facendo tremare quel palchetto sono i Serif's e vengono da Lodi, che è come dire nebbie+fiume+terra arata+vinorosso, però con pipistrelli ed echi horror. Come trovare il conte Dracula, vestito di tutto punto, a spasso fra le stalle in cerca di contadinelle vergini (ah, ne esistono ancora?) o intento a bersi sangue imbottigliato D.O.C. al bar della piazza centrale sotto i rintocchi sordi del campanile dal classico stile tardo gotico. Non ci credete? Beh nemmeno io credevo alle mie orecchie congelate dal freddo, quando mi sono visto sul palco scalcinato del Bulk (laboratorio studentesco occupato milanese), una sera buia di gennaio gli Serif's in azione. 7 musicanti stralunati. Poi per vie traverse mi è arrivato il cd e non vedevo l'ora di ascoltarlo e...
Certo qualcosa va perso, è naturale, perché questi sono gruppi che vanno ascoltati e ballati dal vivo con tanto di candele ai lati e bicchieri sempre colmi in mano, tra fumo e baci di principesse decadute, ma il suono dei Serif's quello rimane, sempre magico, su cd è più psichedelico e ricercato, però c'è, eccome se c'è! Insieme alle traduzioni dei testi, cantati in sloveno ed inglese, che parlano di sirene e radici e sogni e falene e giostre. Poesia.
Insomma, se proprio non volete comprarvi il cd chiamateli a suonare dal vivo in una di quelle centomila feste che ci sono d'estate. E chiamate pure me ad ascoltarli. E sarò la sotto il palco, jeans sdruciti e scarpe sporche di fango e sorrisi sporchi di vino e sangue. I Serif's: nelle notti di luna piena e le ombre che si fanno lunghe e taglienti. Mentre qualcuno urla: "il teatro magico non è per tutti"!
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La recensione My sleeping Odessa di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-03-01 00:00:00
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