La consacrazione di una delle band più creative del Paese
Non è passato nemmeno un anno dalla pubblicazione del live registrato al Teatro Nuovo di Napoli, che i 24 Grana ritornano nuovamente con il loro secondo disco di lunga durata, dopo l'esordio di "Loop", se non consideriamo l'ep "Lu cardillu" del 1996.
Citazioni biografiche a parte, l'importante è parlare della nuova opera dell'ensemble partenopeo, attualmente una delle più valide realtà della musica italiana, tanto che questo "Metaversus" non può che consacrarli come una delle band più creative del paese. Già i primi due brani, "Nel metaverso" e "Rappresento", testimoniano la versatilità del gruppo: nel primo episodio si accentuano i toni classicamente rock, mentre nel secondo pezzo le chitarre partoriscono suoni tipici dell'hard-rock. Il quartetto non riduce perciò il sound alle influenze dub dell'inizio, ma esplora nuove strade nel migliore dei modi: "La pena" ha una struttura molto semplice pur essendo ricca di effetti e, al solito, è la splendida voce di Francesco Di Bella ad impreziosire il brano. "La costanza" e "Vesto sempre uguale" sono le classiche canzoni dal respiro napoletano, con la differenza che stavolta acquistano una forma particolare perché la band rielabora ogni singola nota secondo la propria cifra stilistica.
C'è insomma la volontà e, soprattutto, la capacità di saper 'trattare' le radici per poi partorire un'infinità di suoni assolutamente coinvolgenti; sembra quasi scontato che il trait d'union di questa ricerca è la voce, assolutamente calda e/o tagliente, a seconda dei brani considerati. Solo "Stai - mai - ccà", il pezzo finale, sembra essere un divertissemént che non guasta assolutamente e che forse serve a disorientare (positivamente) l'ascoltatore.
Non c'è dubbio che questo "Metaversus" si candida ad essere uno dei migliori prodotti di questo 1999, non solo per il lato musicale, ma anche per la capacità di non risultare mai banale o fuori luogo, soprattutto per i temi affrontati. Ribadire, poi, che i 24 Grana siano una delle band più creative di questi anni, visto e considerato l'abuso del cliché 'Napoli', non può che far bene: il detto latino 'repetita iuvant' non smentisce il sottoscritto.
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La recensione Metaversus di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-05-16 00:00:00
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