Settlefish Oh Dear! 2007 - Rock, Indie

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Dunque Bologna. I Settlefish ripartono dalla loro città, orgogliosi come un gruppo di hooligans, le teste "piene di sogni", i piedi radicati forti fra i ciottoli delle vie emiliane. “Oh Dear!”, terzo album in quattro anni, spiazza ancora, pur confermando le linee guida. "Non amiamo le definizioni, però le troviamo inevitabili", spiegavano qualche tempo fa. Inevitabile, allora, parlare di pop ben orchestrato e spazzapensieri, di chitarre sgangherate il giusto, di linee ritmiche spezzate eppure spesso irresistibili, di una capacità evocativa quasi smithsiana, scintillante e mai banale.

Archiviate nell’angolo “cazzate” dei nostri pc le discussioni sull’emo e sulla presunta inferiorità delle produzioni italiane, ascolto dopo ascolto “Oh Dear!” riesce nell’impresa difficile e disperata di costruire un ponte fra l’irruenza e lo stile hardcore (“What if i refuse to be now left behind”, minacciano subito nel pezzo che apre il disco) e le delicatezze pop (“And this is the story of the boy and why every single day he crawled through the night and cried give me light”).

Lo fa spingendo forte sull’estetica (niente a che vedere con le apparenze, of course): sulla consapevolezza, cioè, di parlare un linguaggio definito e poco incline al balbettio e alle urla. “The Boy and the Light”, “Summer Drops”, “Head full of dreams”: il terzetto stende, fa dimenticare gli episodi meno ispirati, diverte al pari dei compagni di scuderia Disco Drive, ma senza il sovraccarico emotivo e teso del gruppo torinese. Scuote in modo rilassato, il disco dei Settlefish, carico com’è di interludi sottovoce e bordate di rumore.

"Io trovo che il pubblico all’estero, soprattutto in Inghilterra ed in Germania sia un pelo più entusiasta di trovarsi davanti ad un gruppo che suona. Uno dei motivi potrebbe anche essere l’età media del pubblico all’estero, spesso molto più bassa rispetto all’Italia" raccontava Jonathan a Rockit lo scorso anno. Difficile pensare che in dodici mesi la platea indie sia cambiata. “Oh Dear!”, in fin dei conti, potrebbe rivelarsi ancora una volta materiale esclusivo per spillettati parrucconi in All Stars. Ma è bello pensare che i chilometri macinati dal quintetto bolognese, così carichi di significati e polvere, possano garantire alla band il sostegno che merita davvero, sotto il palco e nei negozi di dischi.

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La recensione Oh Dear! di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2007-10-29 00:00:00

COMMENTI (14)

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  • utente57088 12 anni fa Rispondi

    forse la voce e' un po troppo "brit" ma il resto non mi dispiace, bravi musicisti e ottima produzione 7

  • Utente eliminato 12 anni fa Rispondi

    per il tipo che ha detto che assomigliano ai A Classic Education rispondo che questi ultimi sono nati come progetto parallelo di 3 componenti dei Settlefish.Poi i ACE hanno avuto un discreto successo e i Settlefish si sono sciolti.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Gli anni '70? Io il disco l'ho già comperato via Unhip..

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Li vidi che sembravano l''it' degli 'At the drive in', poi però evolsero in orizzonti più 'Radio città del capo'.
    Questo nuovo lavoro + pop_devoto - oli_duro_cuore mi racconta che se ci metti gli anni '70 ce la puoi fà.
    Se vengono al circolo (mi sa di si), poi vi dico cosa sembrano adesso.
    Disco non da comprare. Piuttosto si gareggia con gli amici a chi lo riesce a tirare giù prima dal mulo.
    Pochi contatti - il tempo si dilata.
    Bella la tua maglietta, quanto costa? 20 euri.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Gran disco! Ma io 'sto hardcore proprio non ce lo sento. Anzi mi pare che loro hardcore non lo siano mai stati.. Al massimo hanno (avevano?) un attitudine punk.
    Comunque ci rivediamo a dicembre per le classifiche di fine anno.

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    bella copertina.

  • acty 17 anni fa Rispondi

    i ...chi?!

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    Ma vuoi mettere con i Ministri? Quelli di Rockit non riconoscerebbero un buon disco nemmeno se domani si riformassero i Beatles..

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    io trovo invece che qua una primascelta ci stava anche solo per head full of dreams... bravi ragazzi. Pezzi orecchiabili, suoni giusti e grande creatività, c'era bisogno di voi!

  • utente0 17 anni fa Rispondi

    questa è davvero buona!