Calogero Incandela: chitarra acustica, voci
Davide Di Giovanni: tastiere, Mod-D, basso, percussioni, cori, chitarra elettrica in 06
e 04
Daniele Di Giovanni: batteria, percussioni, cori, ukulele in 02 e 06, chitarra elettrica in 03
Daniele Crisci: chitarra elettrica in 01, 02 e 12, cori in 05
Dario D'alessandro: MS10 in 07, 11 e 13
Mauro Turdo: chitarra elettrica in 09, cori in 05
Dario Lo Cicero: flauto traverso in 05 e 13, flauto dritto tenore in 05 e 08, dulciana in 02, 05 e 07, yamaha WT11 in 11
Copertina di Salvo Lo Galbo e Alessandro Casti
Testi e musiche di Calogero Incandela
MI SONO SOGNATO I MIEI AMICI DI UN TEMPO
ieri io ho fatto un sogno che mi ha reso assai triste
sugli amici di un tempo case e strade già viste
e come poi diventammo e per quello che fu
a parte pastina in brodo che non mangiamo più
al freddo in mezzo all'inverno però non ci importava
perché noi è dentro al cuore che ci si riscaldava
e i grandi entusiasmismi di un'altra età
dove sarà mai adesso chi mai ce lo dirà
e come accadde che poi ci siam tutti divisi
e però non mi scordo tutti i nostri sorrisi
come tutto è cambiato dopo quell'incidente
in cui cadde Giovanni e da allora più niente
ma c'è ancora chi giura di sentirlo cantare
al vento di quella via in cui si è andato a schiantare
ad alzare la gonna alle ragazze a passeggio
chissà se vero o era un miraggio
il perché li ho sognato proprio io non capisco
cosa invero assai strana, non l'avevo previsto
forse perché imparassi ciò che già è dentro me
ma che ancor non so dire il suo nome qual è
e non so più chi mi ha detto “la tua generazione
ancora ancora si salva, la mia è proprio un merda”
ma la generazione qui non c'entra perché
come ognuno si perda ne risponda per sé
e i miei amici di un tempo spero stian tutti bene
chi è rimasto e chi è andato e non stiamo più insieme
forse ci rivedremo forse di nuovo qua
e ognuno la storia sua racconterà
se i miei amici di un tempo ora stan tutti bene
certo non sarà triste di rivederli insieme
forse ci rivedremo in qualche altrove chissà
e ognuno la storia sua racconterà
DA QUANDO IL CANE TI è MORTO, BYE BYE BAU BAU
da quando il cane ti è morto non sembri più tu
dici anche tu vuoi andar via qui non vuoi starci più
e già il rimpianto di un canile
gioca con l'ombra di un badile
in altre città dici avrò più possibilità
il tunisino sul treno che parla con te
e si stupisce e poi dice che non sa perché
dice che è già stato in tante città
e alla caritas non hanno pietà
gli danno riso con funghi ma che roba è?
Dice “neanche posso star seduto a fumare,
a pensare al mio futuro e ad immaginare,
che due tizi, forse poliziotti lì vicino a me
mi han detto “qui non ci puoi stare”, e me ne hanno fatto andare
ma perché
di fronte a te c'era quella ragazza sul bus
ora c'è un tizio che sembra un ripieno di pus
pensi se prendiamo un dosso
questa qua mi esplode addosso
ci pensi su ma poi scendi e non lo vedi più
ora stai solo su un muro e ti bevi una forst
ma dentro te senti un gelido di permafrost
c'è che dice che il problema sta in te
che disprezzi tutti in torno a te
dici sono tutti vuoti tutti finti e idioti perché
e ripensi sempre al posto che hai abbandonato
uno schifo sì ma almeno non ti ha imbrogliato
quantomeno dici no none finita per me no
tante idee su cui pensare
ancora in serbo un vaffanculo e ricominciare
bau bau bau bye bye bau bau...
DIVENTO INGEGNERE
divento ingegnere, e vi faccio vedere, progetto le ciminiere, mi faccio un bicchiere ecc.
noi che tra noi si stava così bene
ci intendevamo in tutto sempre insieme
di star del tutto insieme era normale
però quando ti ho detto quel che sento
m'hai odiato all'improvviso non comprendo
e questo non mi sembra più normale ma...
mentre intorno si estinguevano i mammut
tu indifferente ti ascolti i sonic youth
ma quali giochi dentro alla nebbia
la nebbia qui è una gebbia
di infezioni ed acqua putrida anche peggio
che da bambino i bagni del collegio
ti metterai con qualche altro balordo
come hai sempre fatto infondo
la stessa storia di urla fumo e birra
così puoi continuare la tua guerra
e dire che fa tutto quanto schifo
che è un mondo di miseria e troppi affanni
di demenza e di soprusi sui tuoi anni
discorsi che da te ho sempre sentito ma...
e così tu adesso pensi male
come scorreggiare al pranzo di natale
però un tempo ci ridevi ma perché
ci vedevo un po' di te
e anche tu in me vedevi un po' di te
con la differenza che però tu ti odi
e di conseguenza odiavi pure me
per cui spargi solo chiodi
che tanto c'hai ragione sempre tu
e tanto ormai non ci vedremo più
e indifferente ti ascolti i sonic youth
e infondo anch'io mi sento già lontano
mi vedo salutarti con la mano
e Guccini dice che non suona più...
la la la la la la lallala...
e mi fanni schifo i sonic youth
e Guccini dice che non suona più...
I QUARTIERI CULTURALI
io sta sera me ne vado coi miei amici intellettuali
ai quartieri culturali
i quartieri culturali
e ci puoi trovare tutto
maschi e femmine e animali
ai quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
e così sta sera esco che ci trovo anche Maresco
ai quartieri culturali i quartieri culturali
e ci puoi trovare pure il banchetto dell'UNESCO
ai quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
… culturali
e ci trovi anche le statue degli artisti surreali
ai quartieri culturali i quartieri culturali
puoi vedere tante cose, hanno acceso pure i fari
ai quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali...
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali...
i quartieri culturali i quartieri culturali i quartieri culturali...
o ho ho ho hohohohohoooo
hohohohohohohohoooo...
RISONANZA MAGNETICA
Mi son fatto la risonanza magnetica
e ora attiro addosso a me
ovunque vada cose di metallo
io non posso camminare
cosa fare a questa mia problematica?
È una cosa seria perché
mi prendo chiodi pentole ah! Un coltello
rischio pur di farmi male
ogni cosa ormai si può curare
questo è quello che ci han detto
non ti devi preoccupare
e così i miei mali li ho curati
ma mi arrivan ferri addosso
e me li fanno ricordare
qualunque cosa faccia ovunque arrivo
ho addosso il magnetismo negativo
ma qualunque cosa possa dire non puoi capirla tu
l'ape piaggio di un campagnolo per strada
l'ho attirata addosso a me
è mi ha preso dritto sullo sterno
son rimasto costernato
d'improvviso succede dovunque vada
debbo stare attento perché
mi attacco pure alle saracinesche
ieri in cinque mi han staccato
chi mai può capire la fatica che mi porto sempre addosso
questa è la mia condizione
che ormai mi trascino da una vita ma io faccio quel che posso
che pesante imposizione
ma se il magnetismo negativo
andrà via sarà un giorno tardivo
non m'importa più se ormai in quel giorno
non ci vedremo più
così infine or che tutto è più chiaro
così adesso che io saprei
cosa dire e far c'è la canzone
che cantava già Baglione
questo male che allora sempre ignoravo
a capirlo prima lo sai
quando la saggezza arriva sempre
ormai che non serve a niente
quanto meno si può dir che a ferro non ne ho certo carenza
che lo assumo tutti i giorni
ma la pesantezza dall'interno mi avvilisce ogni movenza
non so più se andrà via o torni
le illusioni ormai son per gli stronzi
santoni e cantantuncoli per gonzi
tanto non mi importa più se un giorno
ritornerai anche tu
SONO SOLO UN POVERO CANE
perché sono solo un povero cane
gente coi problemi si prende il cane
gente coi problemi un po' come te
e mi prendo sempre le boffe in testa
tutti i giorni pure i giorni di festa
io che ho fatto? non capisco perché
LO SPOSALIZIO
dici sei indipendente
dici hai i tuoi valori
e però non studi e stai sempre fuori
stai a lusingar vizi
ma io ti dico in rima
tra scherzi e sollazzi che è meglio che prima
che poi sia troppo tardi trovati uno coi soldi
perché dopo chissà chi più ti vorrà
e dovrai cancellare tutti quanti i ricordi
se no esclusa verrai dalla società
pure se è un ignorante pure se è un lestofante
non ha importanza ti basta che ha i soldi
se non sarai convinta se ti metterà in cinta
pensa comunque che lui c'ha i soldi
dici tutti fan schifo ma è un discorso già vecchio
basta non guardar mai in ciò che non sai
quel che non hai capito guardati un po' alla specchio
stai rischiando non sai che fine farai
sei tornata e sei andata, rifatta e poi disgregata
in un ciclo continuo di una storia insensata
ma han detto ma chi è mai questa
mi han detto ma chi si crede
ma chi se le incula le sue finte tragedie
che non sia troppo tardi trovati uno coi soldi
se no dopo chissà chi più ti vorrà
pure se è Cangelosi, meglio che te lo sposi
se no esclusa verrai dalla società
SERT
ricordi che dal SERT ritornavi e poi mi raccontavi
e ci ridevi anche su
e poi mi affrivi sempre da bere tra quelle strade nere
nel ricordo in cui ormai non torno più
e a dire di capire era un falso non capivo più un cazzo
e già non parlavo più
che ciascuno ha il suo orifizio da cui ha questo vizio
di cacar fuori i suoi buoni consigli perché
un consiglio in fondo non ha costo
e ci ricavi la coscienza a posto
che nessuno in fondo ti può insegnar
i pensieri e i sogni giusti da far
e poi chi ti ha consigliato lo sai
“fai qualcosa”, andar via, dove vai
e si sentono magari anche buoni
è che ti voglion fuori dai coglioni
è c'è poi chi mi ha detto: sei caduto ma come?
Qual'è la verità
e te ne sei andato davvero senza neanche un saluto
a chi valeva la pena via da qua
eppure mi ricordo di un sogno di un aereo strano
che volava lassù
e noi lo guardavamo dal bordo di una strada in campagna
e che ci chedevamo dove andrà là giù
e ora mentre aspetto il mio turno al CAF
penso forse sei un gabbiano che va
o un piccione che gli caca in testa
alla brutta gente in questa città
faccio sempre quel che posso anche se
poi mi interrogo ancor più fra di me
sul mistero di chi va e chi resta
e se resto è per curiosità...
di come andrà a finir
chi può dir, come andrà a finir
QUANDO UN GIORNO POI MORIRò
eee... quando un giorno poi morirò
nooo... non voglio la messa però
perché le bare mi fanno impression
perciò vi canterò questa canzon
perché io non so spiegarmi perché
giammai io finirò a Père Laschaise
poi soffro di claustrofobia
la bara non è cosa mia
vorrei che mi portaste in campagna
o un bosco in mezzo a qualche montagna
così sarò disperso nel tutto
anche se può sembrarvi brutto
e non voglio esser cremato almen
che non si tratti di crème caramel
o almen, crema sia chantilly
per le mille spoglie mie lì
e poi delle cose passate
la gente dirà tante cazzate
ma a me non sarebbe importato
perché me ne sarò già andato
eee... col mio più bel vestito
per chi non mi ha mai capito
e ogni cosa il suo senso avrà
al d là di questa imbecillità
in qualche altrove via da qua … aaaa
PARACULI, LECCACULI, MUSICULTURI
io la notte spesso mi sogno i treni e stazioni sperse in luoghi ameni
e di festival città underground però adesso sono un poco in down
ora la mia situazione ristagna mi ritiro in casolari in campagna
lascio a voi il successo da balordi e il sentimentalismo da 2 soldi
dite di cantare dei sentimenti e però guardate poi tutti quanti
quelli vostri e ciò è egoismo e vanità
prima o poi così vi verrà il diabete non capite neanche quello che siete
melensaggini a palate in quantità
a scappar così nelle retrovie a consolare sogni marci e idiozie
non capite che tutto è politica anche quello che voi siete ormai
tanto è inutile che non scapperai anche dietro l'ermetismo non sai
che c'è il vostro nulla l'intellettualismo vuoto ovunque vai
che non siamo più negli anni 60 ma di che ti vanti dell'ignoranza
vai a studiare all'università e alla fin
dici schifo che è Federico Moccia e però lo dici con quella faccia
e poi vai a far provini nei suoi film
e la stampa musicale è sicuro quasi tutti ormai si vendono il culo
e se non sei un clone di qualcuno o non hai un nome non ti cacherà
tanto pensano sei un fallito un fesso sì ma è il gioco dello specchio riflesso
che non sono entrati nel jet set per non guardar se stessi schifano te
bassa critica sociale per fessi che li citano per esser diversi
o esser parte di che cosa non si sa
musichette idiote su 4 accordi avete dei gusti di merda assurdi
quattro cravattari in tour per le città
sempre in mezzo tra rivolta e rinuncia, parto e poi ritorno è sempre provincia
me ne sbatto ormai gli zebedei di scribacchini e masse di cretini
tra la ritenzione e il rilascio anale, la vostra gratificazione sociale
che poi delle storie che racconto chi le asclta più non m'importerà
fan battute sui politici e penso che è soltanto per avere consenso
sono soltanto paraculi in verità
io recupero un progetto passato di quand'ero ancora un laureato
e per quello che sarà poi si vedrà
DERIVA
o se ripenso a tanto tempo fa
neanche il mare conoscevo più
per com'era ritornando là
ove il mio corpo fanciulletto sciacque
ed in fine al sole si asciugatte
non capisco che fu
poi vidi solo un lido capovolto
di scarti edilizi e mare morto
pece ruggine e altre amenità
e in mezzo ai flutti contro i respingenti
riconosco più neanche le genti
ritornando là
io mi ero addormentato sulla barca
e adesso attorno ovunque guardi acqua
perché sono in mezzo al mare blu
e mangio un crackers e un pesce volante
me lo afferra in volo impertinente
guardo e già non c'è più
e un ricordo oramai già andato
di distese al sole e un pergolato
sì ma adesso l'han buttato giù
dove io un giorno avrei riposato
a dondolar la mia veranda età
ora che non c'è più
passa un'onda e mi ributta in barca
il viaggio di qualcuno in una scarpa
mi racconta storie di frontiere
di città che non poté più rivedere
e vedo Achab lì sulla balena
trotta e sgroppa sopra la sua schiena
spunta e poi scompare in mezzo al mar
e mi fa cenno di seguirlo anch'io
marinai senza patria e Dio
sulla scia lì a remar
e per dove l'acqua si disperda
sto esaurendo le mie scorte per merenda
strano non mi riesca a preoccupare
ora che anch'io disperso in mezzo al mare
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