Quando ha registrato la sua iconica parte ne "Le radici ca tieni" dei Sud Sound System aveva 11 anni. Da lì non si è più fermata. Perché per Alessia Tondo la musica è questione di famiglia e di attaccamento alla propria storia, che a 32 anni fanno di lei già una veterana del suono made in Puglia
Quando, nella lavorazione di questo speciale, ci siamo resi conto che Le radici ca tieni dei Sud Sound System – contenuta nel disco di Nando del 2003 di Don Rico e soci, Lontano – aveva compiuto 20 anni, abbiamo avuto una specie di mancamento. Perché assieme a lei hanno compiuto 20 anni quelle nostre serate con gli amici, quelle vacanze a un migliaia di chilometri da casa, un pezzo della nostra vita. Ancora più strana deve essere stata la sensazione per Alessia Tondo, che di quel pezzo è la voce femminile. Una parte, la sua, indimenticabile e che tantissimi a distanza di tutto questo tempo, e nonostante il gap linguistico, ricordano a memoria (e cantano con trasporto ogni volta che parte).
La storia di Alessia Tondo, come altre già incontrate in questo speciale, racconta l'unicità del rapporto con la musica e la cultura locale che c'è da queste parti. Una storia di retaggi familiari, carriere iniziate precocissime (si pensino, con tutte le differenze del caso, a Vera Di Lecce e Maria Mazzotta, o Mauro Durante), esistenze itineranti, musica che diventa una missione.
Alessia ci mette pochissimo a diventare una delle voci più importanti della scena musicale in Puglia. Classe 1991, già a sei anni cantava insieme alla Nonna Immacolata nel gruppo salentino Mera Menhir. Qui la nota uno dei fondatori del Canzoniere Grecanico Salentino, Daniele Durante, che "incoraggia le potenzialità della piccola artista invitandola a cantare nelle pizziche che chiudevano i concerti del Canzoniere" (come spiegano dallo stesso Canzoniere). Poco dopo arrivano i Sud Sound System: va ancora alle elementari e si è già esibita con le due realtà più importanti del proprio territorio.
Nel 2004, a 13 anni, entra in pianta stabile a far parte dell’Orchestra de “La Notte della Taranta” come voce solista. È una delle assolute protagoniste degli anni in cui l'evento di Melpignano diventa sempre più grande e si impone nell'immaginario collettivo. Alessia Tondo duetta con tutti i più grandi ospiti del concertone e collabora con i maestri Ambrogio Sparagna, Mauro Pagani, Ludovico Einaudi, Goran Bregovic, Giovanni Sollima. Duetta con artisti come Bombino, Angelique Kidjo, Luciano Ligabue, Carmen Consoli, Massimo Ranieri. Dal 2006 al 2011 canta inoltre i vari appuntamenti dell'Orchestra Popolare Italiana all’Auditorium Parco della musica di Roma.
Collabora con i Radiodervish (prodotta da Battiato) e ancora con Einaudi, porta in giro per il mondo (oltre che alla Biennale di Venezia) la sua interpretazione della Taranta, fedele alla tradizione e estremamente contemporanea al contemporanea. Dal 2015 è stabilmente nel Canzoniere Grecanico Salentino, la massima espressione del movimento artistico e culturale che "agita" questo territorio. Inoltre ha portato avanti altri progetti, come la sua formazione Triace e nel 2021 ha pubblicato il suo primo album solista, Sita, che vede la collaborazione del violoncellista Redi Hasa e al violino di Mauro Durante, leader del Canzoniere.
Qua sotto il racconto che ci fa dei suoi esordi e di tutta la strada che ha percorso dopo, senza mai dimenticarsi delle proprie radici, sempre amando quelle degli altri e creando punti di contatto e mai muri.
Partiamo da "quel pezzo". che effetto ti fa essere la voce di uno dei brani "pugliesi" più famosi di sempre?
La registrazione de Le radici ca tieni è stata per me un'esperienza straordinaria, un sogno. Ero molto piccola, avevo solo 11 anni ed ero una grandissima fan dei Sud Sound System. Con loro ho vissuto la prima esperienza di registrazione in uno studio vero. Cuffie, microfono, anti pop e poi i loro sguardi, i loro consigli, la loro passione, il loro affetto, il loro fuoco. Ora riascolto il brano e provo davvero profonda commozione, per ciò che quel brano rappresenta a livello globale e per i ricordi che io associo alle esperienze legate ai Sud Sound System. Poche persone associano quella vocina a me ed è curioso trovarsi nei posti più disparati ad ascoltarmi nelle vesti di bimba. Sarò sempre grata ai Sud per questo dono prezioso, la scelta di far masticare e cantare a me quelle parole e quella melodia mi onora davvero. E più passa il tempo e più, riascoltare quel brano, mi da gioia.
Il tuo approccio alla musica, e alla musica popolare in particolare, arriva da lontanissimo. ci racconti queste tue radici profonde?
Ho iniziato a cantare all'età di sei anni nel gruppo di musica popolare della mia famiglia "Mera Menhir". Star indiscussa era mia nonna Immacolata, cantante e suonatrice di tamburi e cucchiai. Ho vissuto un'infanzia piena di musica, feste popolari, danze tradizionali. Ho avuto modo, fin da piccola, di godere della bellezza delle piazze in festa, dei raduni di musica popolare, delle ronde. Ho vissuto tutto in modo molto naturale, per me la musica era associata alla mia Famiglia, alla condivisione, all'incontro, al gioco. Ed è tuttora così per me.
Sei giovanissima eppure considerata una veterana per via proprio di questa lunga "militanza" musicale, che effetto ti fa?
Effettivamente è strano considerata la mia età, ma questo mi rende orgogliosa e sento di dover essere "iper responsabile". Iniziare così piccola ha fatto in modo che alcune tappe di "apprendimento" fossero vissute insieme ad altre persone molto più grandi di me. mi sono trovata spesso ad essere la più piccola nelle orchestre e nei gruppi. Ho imparato tantissimo dalle mie colleghe e dai miei colleghi più grandi. Sono stata molto fortunata. E ora, con profondo rispetto verso le mie radici e verso chi mi ha insegnato questo mestiere, cerco di portare avanti il mio linguaggio, figlio delle esperienze e degli incontri, con un bel po' di sana premura nel non "tradire" me, la mia storia, ma anche tutto ciò che mi è stato trasmesso e insegnato.
Cos'è la musica popolare per te?
Oltre ad associare la musica popolare alla mia famiglia e alla mia infanzia, per me, la musica popolare è il linguaggio attraverso cui si esprime la magia della mia Terra Madre, il Sud della Puglia, il Salento, una Terra Maestra.
La tua ricerca musicale è in continua evoluzione, dalla musica popolare al pop e a sviluppare una parte autorale spiccata. Come tieni assieme queste diverse anime?
Se questa domanda fosse arrivata qualche anno fa avrei risposto "non credo di saperle tenere insieme", perché ho sempre pensato di vivere questi mondi tenendoli separati. Solo da qualche tempo mi rendo conto che non è mai stato così. Ho avuto collaborazioni con diversi artisti provenienti da diversi mondi musicali ma il mio approccio è sempre stato lo stesso. I miei testi, la mia musica ed IO siamo indiscutibilmente legate al linguaggio della musica popolare, ma figlie delle mie metabolizzazioni e degli ascolti reggae, soul, r&b, del cantautorato italiano e inglese. Ora, nelle mie composizioni, sento coesistere tutti questi mondi.
Ci dai i tuoi gruppi pugliesi del cuore?
Faccio un piccolo elenco relativo alla mia infanzia e alla mia adolescenza, perché se dovessi fare un elenco dei miei riferimenti di oggi, dovrei citare tutte le mie colleghe e i miei colleghi. Per questo dico:
1. Sud Sound System, con cui sono nata e cresciuta.
2. Canzoniere Grecanico Salentino: fin da piccola seguivamo i concerti del vecchio canzoniere insieme alla mia famiglia.
3. Faraualla, un progetto meraviglioso di artiste straordinarie.
4. Enza Pagliara, interprete e autrice dalla voce arcaica e dall'anima nobilissima.