Il rap in Puglia ha trovato fin dai suoi albori un contesto adatto per crescere e svilupparsi naturalmente, fino a diventare il fenomeno di massa che è oggi. Qui vi raccontiamo i suoi passaggi fondamentali, con anche le interviste a due esponenti del genere fuori da ogni schema: Wism e La Malasorte
Da nicchia ben inquadrata a genere in cima alle classifiche, con tantissime varietà e stili distintivi, il rap ne ha fatta di strada negli ultimi 30 anni, da quando ha fatto davvero la sua comparsa sul territorio italiano. In Puglia, in particolare, ha trovato subito un terreno fertile dove proliferare: siamo solo nella metà degli anni '90 quando si forma la Pooglia Tribe, collettivo di rapper e musicisti a sua volta provenienti da varie realtà locali rap e hip hop, il cui marchio di fabbrica e il mix tra versi in dialetto pugliese e sonorità dai rimandi reggae, altro genere particolarmente diffuso in zona e di cui abbiamo già avuto modo di parlare nei capitoli precedenti. La loro esperienza che culmina nella pubblicazione del disco La Pooglia Tribe per l'etichetta degli Articolo 31, Funky Spaghetti.
Nel 2000, stesso anno di uscita di La Pooglia Tribe, un altro rapper pugliese pubblica il suo album d'esordio, iniziando così una delle carriere più fortunate e importanti di tutta la scena italiana. Il suo nome è Michele Salvemini e fino a qualche anno prima era noto come Mikimix, conduceva Segnali di fumo assieme a Paola Maugeri su Videomusic e stava cercando di sfondare come cantante. Il disco in questione si chiama ?!, mentre il nome d'arte con cui lo conosciamo oggi viene dai suoi indomabili ricci: Caparezza. Il boom arriverà davvero nel 2003, con la pubblicazione del disco Verità supposte, che lo porterà di anno in anno a essere riconosciuto come uno degli artisti più densi di contenuti, intelligenti e originali di tutto il panorama italiano, senza mai soffermarsi sugli stereotipi del rap ma anzi, scavalcandoli ogni volta per mostrare come si possa fare rap in maniera credibile parlando di temi sociali, politici ed esistenziali. A patto di avere un talento fuori dal comune.
E ancora, sono tantissimi i musicisti pugliesi collegati in qualche modo al mondo del rap, ognuno con le proprie peculiarità. Come Mecna, per esempio, partito proprio da anni di gavetta nel mondo dell'hip hop, dove tutt'ora rimane un nome di punta, per poi integrare nel suo sound una dimensione molto vicina al pop mainstream con sfumature soul e r&b, a partire dal successo del suo Lungomare Paranoia del 2017 e culminato con Nevermind del 2019. O come MadMan, una delle voci più riconoscibili del rap pugliese, noto anche per la sua stretta collaborazione con Gemitaiz, o ancora Strage, mc e beatmaker che ha collaborato con Nitro, Salmo, Dani Faiv e tantissimi altri. Tra i giovanissimi non si può non citare Kid Yugi, classe 2001, in rampa di lancio col suo rap cupo e reduce dal recentissimo ep realizzato assieme a Night Skinny, Quarto di bue.
Tra gli artisti che stanno percorrendo la strada del rap in Puglia abbiamo deciso di raccontarvi due progetti che seguono strade particolari e sorprendenti, senza cadere nei cliché del genere ma anzi, arricchendo di molto una scena molto fiorente.
Il primo è Gabriele Terlizzi, in arte Wism, musicista e producer già noto per la sua militanza nel gruppo math rock The Pier e per essere il chitarrista di Franco126. Con il disco Pazienza ha lanciato il suo progetto solista, fatto di produzioni variegate costruite su sample imprevedibili e un flow immediatamente riconoscibile, che sembra uscire direttamente dalla pancia da quanto è personale.
Dall'altra parte abbiamo invece La Malasorte, duo nato nel 2019 dall'incontro tra il rapper Proofeta (Pierluigi Conte) e la cantante LaMush (Claudia Giannotta). Anche qua il sound non è facilmente incasellabile, con riferimenti che vanno dal dream pop alla world music, con tanti colori freddi e sfumature sonore a disegnare una realtà sospesa, fatta di melodie nebbiose, versi sussurrati, immagini cupe che si intrecciano tra di loro, brillando nei frammenti di pensieri intimi e privati.
Sono nato a Terlizzi e vivo a Molfetta. Da piccolissimo ho preso lezioni di piano , a 8 anni ho interrotto e a 12 ho iniziato con il basso da autodidatta e poco dopo anche con la chitarra. Per diversi anni ho suonato in varie band locali spaziando dal punk al math rock dall’emo al metal. Direi quindi che la mia formazione si porta dietro una forte voglia di energia e aggressività sempre pronta a sfociare in sperimentazioni e vie traverse. Credo che la mia formazione sia stata influenzata sicuramente dalle varie sale concerto/club/associazioni del circondario della mia città Iìin cui ci si è arricchiti scoprendo nuova musica e si sono anche costruiti legami forti con altri musicisti, band e in generale persone appassionate di musica.
Il mio suono attuale deriva in gran parte dalla mia passione per il sampling che convive con la mia testa da “musicista punk”. Grosso modo il mio obbiettivo è quello di utilizzare i campioni come fondamenta per la stesura di brani che vertono verso l’hip hop ,che comprendono anche componenti melodiche e su cui vado ad aggiungere colori suonando chitarre bassi ,tastiere e tutto ciò che mi passa per la testa.
Le esperienze precedenti per me contano molto sia per quanto riguarda l’approccio in studio che per la parte live. Cerco di portarmi l’approccio aggressivo dei concerti punk anche nelle mie performance attuali dove ho soltanto un microfono in mano, quindi spesso suono giù dal palco cercando di creare più coinvolgimento possibile. Per quanto riguarda l’ambito studio come detto in precedenza cerco sempre di inserire strumenti veri suonati nelle mie produzioni e ammetto che i miei beat preferiti sono quelli in
cui riesco a fondere maggiormente questa componente con quella campionata.
Essendo molfettese, sono cresciuto con Caparezza, che continuo a reputare uno dei miei artisti preferiti e un vero proprio alieno nel panorama musicale italiano. L’underground pugliese è ricco di perle , di musicisti fortissimi che inseguono vie sperimentali che mi gasano un sacco. Attualmente i miei progetti preferiti pugliesi sono Devi Tensione (con cui ho registrato e mixato il mio disco) e Loraxis ,entrambi progetti in cui il sound design, le melodie e le distorsioni convivono in un modo pazzo ma elegantissimo evadendo dalla forma canzone tradizionale. C’è anche un collettivo hip hop sperimentale di bari che mi piace molto, si chiamano bhc e fanno rap su basi belle complesse, anche loro sfuggendo spesso alle strutture tradizionali.
Nasciamo dalla pancia delle nostre madri qualche anno fa e vaghiamo in giro per il mondo alla ricerca di qualcosa che probabilmente ancora non abbiamo trovato. Nel 2017 ci incontriamo a Lecce, di ritorno da varie esperienze e iniziamo a fare musica insieme, con l'unica ambizione di creare un suono nostro e al tempo stesso di chiunque si riveda nelle nostre canzoni. La nostra formazione è libera, nulla di accademico, crediamo fortemente in chi ha qualcosa da dire, in chi ha la fotta di mettersi in gioco. Per questo nel corso di questi anni abbiamo collaborato con molti artisti, produttori, creativi e, in generale, persone che hanno quella energia che inevitabilmente, crea movimento. In Puglia, come in ogni regione, ci sono delle culture mainstream, che spesso diventano stereotipi, e delle sottoculture, che spesso in silenzio, creano costantemente evoluzione e contaminazioni. Noi siamo per le seconde e vi possiamo garantire che sono vive, e resistono, fuori dalla bolla del turismo di massa, fuori dalla mercificazione e dallo svuotamento della tradizione. Crescere in un posto determina delle scelte, in ogni caso, viviamo in un luogo con una forte cultura popolare, viviamo un luogo di periferia e si percepisce costantemente, questo ha i suoi lati negativi ed anche le sue declinazioni romantiche. Quello che crediamo è che bisogna conoscere ciò che c'è stato prima di noi, apprezzarlo, ma sempre con senso critico. Il rischio altrimenti è diventare una ripetizione vuota di quello che hanno fatto altri prima di te. Non pensiamo di poter essere una novità, o di cambiare le cose, l'unica ambizione è quella di essere espressione di noi stessi, e del nostro tempo fuori dallo stereotipi legati al posto da cui proveniamo.
Non ci piace molto dare giudizi sullo stato di salute di un genere o di un altro. Anche perché non è un organismo organizzato. Più che al rap noi facciamo riferimento all'underground. E' quello il nostro spazio. In questo posto ci sono stati e ci sono tutt'ora progetti validi, e soprattutto persone dietro a questi progetti, che ci provano e che in qualche modo hanno fatto da volano ad un movimento che però continua a restare sottotraccia. Non è semplice fare rete in questo territorio, non è semplice contrastare la proposta culturale istituzionalizzata, che ha economicamente piu' risorse, ma anche fini lontanissimi dai nostri. Sono pochi quelli che riescono a portare la loro musica fuori dalla Puglia senza l'aiuto delle istituzioni, ma esistono e sono realtà che stimiamo.
Albano Carrisi.