Cesare Veronico

Cesare Veronico

A tu per tu con il coordinatore artistico di Puglia Sounds e di Medimex, per capire tutto quello che si muove in un territorio artistico che non è mai stato così in fermento

Estratto intervista
Young, Wild & Free

Medimex 2023 è da poco terminato. È andato alla grande, complice la passione di una città, Taranto, con cui questa rassegna e la musica più in generale ha un rapporto speciale. "Taranto è una città importantissima per il sistema artistico pugliese, per tutta l'Italia", ci aveva detto qualche settimana fa Cesare Veronico, quando, giunti al momento in cui si stanno per vedere i risultati di un anno di lavoro, la tensione è al massimo. Tutto passato: i fatti e i numeri di una manifestazione che non smette di crescere ancora una volta hanno dato ragione a lui e al suo gruppo di lavoro.

Coordinatore artistico di Puglia Sounds e di Medimex, Cesare ha contribuito sin dagli anni '80 a plasmare l'identità musicale del territorio, organizzando live e manifestazioni, scrivendo, ideando, connettendo tra loro persone, scatendo energie. Non potevamo quindi trovare una voce migliore per ispezionare tutto quello che da un punto di vista artistico si muove in questa regione straordinaria. Un territorio ancorato al proprio passato e capace di trarne sempre nuova ispirazione, per proiettarsi nel futuro.

Perché da qualche anno a questa parte – dopo una travolgente wave negli anni '80 e poi il successo di numerose band e artisti tra i secondi 90 e primi 2000 – quello a cui assistiamo è la creazione di una nuova serie di scene musicali made in Puglia, vive, attive, diversificate eppure spesso in dialogo tra loro e sempre pronte a contaminarsi. Con specificità locali (il jazz barese, tra i più stimati al mondo), dancehall e world music salentini, la musica popolare del foggiano, un'elettronica che si sta imponendo a ogni latitudine (no, non è un'esagerazione).

Il lavoro delle istituzioni, l'investimento che qua molto più che altrove è stato fatto sulla cultura, è sotto gli occhi di tutti. 

Tanti, tantissimi giovani e giovanissimi, soprattutto, fortemente radicati sul territorio eppure del tutto internazionali come approccio alla musica e aspirazione. Certo, le difficoltà non mancano: molti artisti e anche alcuni operatori del settore si spostano, perché i grandi centri decisionali sono altrove, troppi locali hanno chiuso travolti qua come altrove dal ciclone pandemico, le differenza da zona a zona sono forti. Ma l'investimento che qua molto più che altrove è stato fatto sulla cultura, è riuscito a calmierare questa situazione. Soprattutto nella fase di start up dei progetti, il lavoro delle istituzioni sta facendo la differenza, dando a molti tempo e risorse per crescere in un contesto non semplice, e decidere di non mollare quando farlo sarebbe l'opzione e la reazione più immediata. Un esempio sono i bandi che Puglia Sound continua a proporre, dedicati alla produzione di dischi e alla musica dal vivo. Ecco il nostro racconto degli ultimi quattro: Bando Record, Bando Producer, Bando Tour in Italia, Bando Export

Di tutto questo – che è ciò che incontrerete nei 5 capitoli e oltre 25 contenuti prodotti da Rockit per Puglia Sounds e scritti da Dario Falcini con Vittorio Comand – parliamo con Cesare Veronico, per iniziare un viaggio che non promettiamo breve, ma garantiamo pieno di colori, note, entusiasmo e profumi meravigliosi. Importante: lo speciale, che si basa esclusivamente sulle scelte editoriali operate da Rockit, non pretende in alcun modo di essere enciclopedico, esaustivo, e tante forze fondamentali di una regione ricchissima di artisti e addetti ai lavori inevitabilmente rimarranno fuori. In caso chiediamo scusa in anticipo.

Lo spettacolo di Taranto dall'alto, per Medimex 2023
Lo spettacolo di Taranto dall'alto, per Medimex 2023

Che momento è per la musica in Puglia? 

Un momento di fermento. Avverto un'energia crescente, che si avverte anche fuori dalla regione, proprio perché è particolarmente pulsante.  Tutto sta succedendo velocemente e contemporaneamente, e questo crea entusiasmo in tutti gli operatori e ci dice che la direzione è quella giusta. C’è una new wave di formazioni pugliesi, che attraversa tutti gli stili, e dentro a ogni genere ci sono punte di alto profilo.

Quali sono?

Se penso al jazz, un genere che qua ha sempre trovato la propria casa, mi viene in mente una frase di Renzo Arbore, che prounciò quando fu testimonaile del Medimex di Foggia, la città in cui è nato. In quell'occasione disse che in ambito internazionale il jazz italiano è secondo solo a quello americano. E nell’ambito del jazz italiano la qualità maggiore viene proprio dal jazz pugliese. Ne andiamo particolarmente orgogliosi. 

E per quanto riguarda il pop?

Abbiamo un osservatorio importante, il bando Records (l’avviso pubblico di Puglia Sounds che favorisce la creazione di nuove produzioni discografiche, e che quest'anno ha ammesso a finanziamento, per un totale di euro 180 mila, 24 nuove produzioni discografiche). Ascoltando le proposte che ci arrivano da lì, si avverte subito nella sezione degli Under 30 uno stacco importante rispetto alla sezione Senior dello stesso bando. C’è nella maggior parte degli artisti freschezza, energia, modernità, qualità, futuro.  

Come se la cavano, dal tuo punto di vista, le altre sonorità?

Per quanto riguarda il rock possiamo vantare un gruppo di 18enni che rappresentano la vera promessa del rock italiano, i Red Room. Il suo frontman è già stato sul palco dei Green Day e su quello dei Måneskin e personalmente in giro non trovo altre band con le stesse caratteristiche. E poi ci sono le nuove, di "rockstar". In Puglia abbiamo una scena elettronica fortissima, che fa riferimento a progetti come Fideles e Agents of Time (cui The Weeknd ha affidato un suo remix) che in alcuni luoghi, penso al Sud America, radunano migliaia e migliaia di persone, sono dei numeri uno assoluti. Parliamo di formazioni che hanno un'eco sul piano internazionale enorme e una dimensione artistica che supera i confini nazionali. Un po' quello che, a livello di nicchia, ha Nicola Conte, un autentico campione del jazz. 

Tutta la personalità dei Red Room a Medimex 2023
Tutta la personalità dei Red Room a Medimex 2023

E poi ci sono le musiche cosiddette popolari, che è da sempre lo stile con cui questa regione viene individuata da fuori. 

L’intuizione di pizzica e taranta di rendere popolare, nel senso stretto della parola, il proprio "genere musicale", è stata brillante. Ma non è solo recupero delle trazioni: la fusione con i suoni moderni dell’elettronica di certe radici tradizionali è un’intuizione tutta nostra, una new wave molto caratteristica di queste zone e riconducibile all’area salentina.

Tutte queste cose, però, non avvengono nel giro di un paio d'anni. Come si arriva qua?

Il "boom" della musica tradizionale salentina e del jazz sono il culmine di processi ventennali. La Notte della Taranta è stata una grande intuizione, che ha cambiato le cose in meglio per tutti. Anche per quanto riguarda il jazz, le basi su cui poggiarsi sono solide. In Puglia, dal 1988, abbiamo avuto il primo jazz club da Roma in giù, lo Strange Fruit, dove hanno suonato grandi artisti internazionali. Tra i direttori artistici c'era un giovane Roberto Ottaviano, che negli anni sarebbe poi diventato uno dei motori propulsivi del genere musicale da queste parti. Spesso sono le persone giuste, e appassionate, a fare la differenza. 

In passato quali erano le scene e i generi per cui la regione si distingueva?

All'inizio degli anni 80 c’era una scena punk molto forte, "capeggiata" dai Last Call, un gruppo potentissimo. C'era il metal con gli Shining Blade, che divideva i palchi di quell'universo con i con Death SS e realtà di questo tipo. La New Wave aveva gli Skizo, che, ricordo, arrivarono terzi dietro Litfiba e Gazneva al primo contest rock organizzato dall’Arci. Prima della seconda ondata, ancora in attività, la scena reggae era già all'avanguardia, grazie a una realtà come i Different Stylee di Bari. Negli anni 90 sbocciano, come detto, il jazz e la world music, ma anche pop e rap "di massa" con giganti come Negramaro o Caparezza. 

Tom Morello a Medimex 2023
Tom Morello a Medimex 2023

La parola chiave, allora e pure oggi, mi è sempre sembrata contaminazione. Che sta proprio nel dna di queste terre, musicalmente e non solo. 

Dici bene, è il nostro dna. Lo si vede nelle nostre città portuali, dove c’è una naturale tendenza all’accoglienza. Questo popolo e queste città sanno adeguarsi e convivere con lo "straniero", che per noi storicamente è chiunque arrivi dal mare. Nei nostri dialetti ci sono tracce evidenti di questi processi. Per questo stiamo ragionando su un percorso basato sull'incontro, che accompagni i Giochi del Mediterraneo, che si terranno a Taranto nel 2026 e in cui vorremmo che la musica abbia un ruolo importante. La musica come strumento per aprirsi all'altro sul piano sociale, delle arti, della cultura. 

Quali sono gli attori fondamentali per creare circoli virtuosi da un punto di vista artistico?

Come prima cosa, è molto utile che attorno a un territorio ci sia attenzione. E per fortuna la Puglia da questo punto di vista è messa bene. Per il resto i meccanismi del successo sono sfuggenti, e cambiano di volta in volta. È importante che sul territorio si crei una rete di realtà e persone che spingano nella stessa direzione, i club sono fondamentali, servono agenti e strutture, booker, manager, gente che ti prende per mano nei primi momenti della carriera. Ancora oggi ci sono un sacco di gruppi che vengono da me e chiedono come si fa a suonare, a chi ci si deve rivolgere per pubblicare un pezzo. Vale per tutto il Paese, mica da noi. La discografia è andata incontro a sconvolgimenti, ma non è semplice stare al passo e servono strutture che diano una mano.

Cesare Veronico, quinto Beatle
Cesare Veronico, quinto Beatle

Intanto la musica dal vivo sta rimanendo senza strutture dedicate ovunque. Com'è la situazione in Puglia?

Abbiamo Taranto e il leccese che segnano fortunamente una inversione di tendenza, grazie ancora una volta a persone volenterose e di talento, come Cesko, il cantante degli Apràs La Classe, che sta inaugurando nuovi posti. Ma nel resto della Puglia stiamo perdendo posti importanti, storici. I club non ci sono più, ci sono i luoghi dove si fanno i concerti, magari teatri. L'impatto della pandemia è stato forte, violento. Motivo che ci spinge, già dai prossimi bandi di Puglia Sounds, a investire nei locali. Stiamo lavorando al bando “I circuiti dei luoghi”.

I festival, almeno in parte, tamponano le perdite?

Da questo punto di vista siamo ricchissimi, ce n’è per tutti i generi. Taranto, in particolare, è la città dei festival. I festival creano ricchezza e lavoro per tutta l’estate sul territorio, aiuta il marketing, crea ridistribuzione economica. E poi permette di fare suonare e fare esperienza a numerosi gruppi pugliesi. Amministrazioni e cittadini, dopo alcune diffidenze iniziali, si sono resi conto di quanto queste manifestazioni siano virtuose. Quel che invece mi preoccupa sono i ritardi nei finanziamenti da parte dei fondi europei, senza cui diventa difficile sostenere il sistema. Se continueranno, il sistema rischia di andare in forte sofferenza. 

Come si tiene vivo il dialogo generazionale grazie alla musica?

I testi e la musica, sono intergenerazionali in maniera naturale. La musica di qualità, di spessore è naturalmente intergenerazionale. Ai concerti di Patti Smith ci sono tanti 20 o 30enni, come a sentire Brian Ferry o Iggy Pop. Per Morricone al Bifest ricordo una folla di giovani. Se c'è la qualità, i giovani arrivano, non 'è dubbio. Se l'arte è fragile e debole, si consuma presto. Se invece c'è qualità, sostanza, coinvolgera tutti i generi e le generazioni. Basta individuare nel grande ambito della musica le figure di rilievo, Matteo Salvatore nel foggiano tiene assieme tutti, perché era bravo. Chi tiene assieme le generazioni sono i Matteo Salvatore, Ennio Morricone, Iggy Pop. Così diversi, ma unici dal talento e nell'originalità di fare la propria cosa. 

Chiuderemo ogni capitolo di questo speciale con una mappa, con cui proveremo a fare emergere gli epicentri di ogni genere e "corrente". Tu hai in testa una tua distinzione?

Bari è il jazz, ma anche un po’ l’elettronica. Taranto è rock. Il Salento è world music e reggae. Foggia è cantautorale. Brindisi è più pop. La provincia Bari-Andria-Trani è legata alla musica di tradizione, etnica. Poi fammi sapere se nelle mappe emerge la stessa cosa. 

fascetta credits puglia
A cura di Dario Falcini Testi: Dario Falcini, Vittorio Comand Grafiche: Giulia Cortinovis Sviluppo: Giulio Pons, Alex Carsetti