Il beat come metronomo che fa girare il mondo: così l'elettronica pugliese, nelle sue più varie declinazioni, attraversa i confini e risuona nei più grossi dancefloor internazionali
I colpi del "tambureddhu" devono essere qualcosa di più di semplici battiti, per chi è nato e cresciuto in Puglia. È da qui che parte tutto, un ritmo che si fa terreno comune da cui poi germogliare. Da questo elemento culturale così presente nel dna musicale del territorio c'è chi ha poi trovato delle strade nuove, contemporanee se non addirittura futuristiche, con sempre il ritmo al centro.
Nella musica elettronica il discorso è simile. Al centro di tutto c'è il beat, una base solida che si pone sotto le nostre gambe per farci scuotere tutto il corpo, cercando nella ripetizione un ponte ancestrale tra le origini del tempo e un futuro irraggiungibile. Anche in questo contesto sono numerosi i musicisti pugliesi che sono stati capaci di primeggiare, mostrandoci varie declinazioni e sensibilità nel maneggiare un genere così stimolante e malleabile. Come esempio prendiamo tre progetti artistici particolarmente rappresentativi, ognuno con le proprie peculiarità: Populous, Agents of Time e Fideles.
Andrea Mangia, in arte Populous, producer e dj salentino, laureato in musicologia, che a partire dal 2003 ha dato il via alla sua carriera pubblicando Quipo, il suo primo disco, per l'etichetta berlinese Morr Music. Nell'arco degli ultimi vent'anni, Populous ha iniziato un percorso di esplorazione dei ritmi del mondo, slegandosi sempre di più dall'hip hop e indietronica dei primi album per lasciare un maggiore spazio a influenze sudamericane, sonorità world e contaminazioni con sempre la parte ritmica messa in primissimo piano. Lo si nota in particolare in Night Safari e in Azulejos, i due album in cui questo passaggio diventa evidente, col secondo di questi in particolare che rivolge grande attenzione alla cumbia, rivisitata in chiave elettronica per la prima volta in Italia.
Nel corso della sua discografia Populous ha collaborato con gli artisti più disparati, in una lista che va da M¥SS KETA a Simon Scott, batterista degli Slowdive, oltre ad aver partecipato a tantissimi festival internazionali, tra cui il SXSW di Austin, in Texas, e il Primavera Sound di Barcellona. I suoi ultimi album sono W del 2020, disco che celebra la sensibilità femminile e che è, allo stesso tempo un manifesto di libertà, e Stasi del 2021, in cui l'immobilità del lockdown si riflette in ritmiche downtempo e paesaggi sonori tendenti all'ambient.
Se siete fan di The Weeknd, potrebbe esservi capitati di incrociare il loro nome nella versione deluxe di Dawn FM, il disco con cui la star canadese ha spaccato le classifiche nel 2022 al cui interno compare un remix del brano Take My Breath firmato da loro. Stiamo parlando di Andrea Di Ceglie e Luigi Tutolo, in arte Agents of Time, duo di dj baresi che, a partire dal 2013, si è trovato sui maggiori palchi e dancefloor internazionali. Basta dare un'occhiata alle prossime date in programma nel corso dell'estate – in media ne fanno oltre 100 all'anno – per rendersene conto, con tappe che vanno da Ibiza a Mykonos, da Zurigo a San Francisco, passando per Canada, Bulgaria e Francia.
La musica degli Agents of Time è una continua ricerca di ibridazione tra live band e dj set, tra techno e pop, in un'operazione di costante miglioramento nel cercare un punto di equilibrio all'apparenza irraggiungibile. Nonostante i continui viaggi in giro per il mondo e le centinaia di aerei presi per suonare, Bari rimane il loro campo base, anche se per ripartire appena qualche giorno dopo. È da qui che è cominciato tutto, è qui che c'è il loro studio di registrazione, dove passano le giornate a perfezionare la loro formula, in attesa di spararla a tutto volume dagli impianti di ogni angolo del globo.
Come gli Agents of Time, anche i Fideles sono un duo di dj e produttori, nato qualche anno prima dei loro colleghi e una novantina di chilometri più a sud, per la precisione a Taranto. E in maniera simile Daniele Aprile e Mario Roberti – questi i loro nomi all'anagrafe – sono riusciti a dare una loro prospettiva personale all'interno della techno contemporanea, che li ha portati a suonare tantissimo all'estero e a ritagliarsi uno spazio ben riconosciuto in questo contesto.
Il progetto Fideles si è rivelato fin dagli albori molto prolifico, destando in pochi anni l'attenzione del pubblico di settore, portandoli così in poco tempo a scuotere il dancefloor di moltissimi club fuori dai confini nazionali. La loro musica, spesso accostata al filone dell'emotional techno, si muove in realtà con fluidità attraverso i generi, aprendosi alle contaminazioni e prendendo spesso svolte inaspettate per mantenere viva l'originalità che da sempre li contraddistingue. Una traiettoria che si fa sempre più luminosa con il passare del tempo, facendoci scorgere un orizzonte ricco di novità che possiamo per ora solo immaginare.